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Russell il Gentleman arbitro del Mondiale

© Getty Images

È un pilota d'altri tempi. Bella persona, modi gentili, parole misurate, signorilità che traspare anche nei momenti più difficili, oltre che in quelli più felici. George Russell non c'entra nulla col piattume di una certa parte della Formula 1. E con il trionfo di Singapore ha confermato di essere un pilota di primissimo livello spazzando il campo dai dubbi che ancora aleggiavano su una sua non completa maturazione, malgrado sia alla settima stagione nel mondiale.

Lo stesso Toto Wolff, che dopo la partenza di Hamilton aveva fatto di lui il punto di riferimento della Mercedes, no può che essere confrotato da quanto è accaduto a Singapore, avendo avuto la prova che quando la macchina c'è, Russell sa portarla al traguardo davanti a tutti, senza la minima esitazione grazie ad una intelligenza agonistica che pochi possiedono.

L'incidente, la pole e la vittoria

Poi c'è il carattere. Gli incidenti, si sa, abbattono, mandano in confusione gli schemi mentali, le certezze. Russell venerdì aveva sbattuto malamente nelle prove livere, centrando frontalmente le protezioni. Scendendo dalla macchina era terreo in volto dallo spavento. Poi, giunto ai box, ha spiegato con la massima tranquillità ai suoi tecnici la genesi dell'errore e tutto è finito lì, voltando subito pagina. Sabato è tornato in pista come se nulla fosse, nonostante avesse saltato un turno di prove. E subito, nelle PL3, ha spiccato il terzo tempo. Poche ore dopo ha ottenuto la pole position con una prestazione eccezionale con la quale ha distanziato Verstappen di due decimi e Piastri di quattro. L'antipasto della gara, nella quale è stato al comando dal primo all'ultimo metro.

Da bravo difensore dei segreti della macchina, Russell non si è mai espresso direttamente su come la Mercedes sia stata capace di estrarre dalla W16 una velocità mai palesata prima. Ma è un dato di fatto che per tutta la prima parte della stagione, Russell era sempre stato fra i protagonisti nelle fasi iniziali dei gran premi, salvo poi retrocedere sotto l'incalzare delle temperature ambientali e delle gomme.

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