“Il successo è passare da un fallimento ad un altro senza perdere l’entusiasmo”. La frase l’ha detta decenni fa Winston Churchill, ma è applicabile a Charles Leclerc. Perché Charles, di delusioni, ormai ne ha vissute in abbondanza: ma di fronte ai microfoni trova sempre il modo per guardare oltre, al prossimo obiettivo o, meglio ancora, alla prossima speranza.
Se bisogna sempre rischiare, allora c’è un problema più grande
Le sue speranze, a Monza, sono andate deluse. Sognava la vittoria, voleva il podio, ha concluso 4° dopo una gara difficile, soprattutto per come ha dovuto controllare una macchina sulla quale era stato fatto una specie di all-in dal punto di vista dell’assetto. Eppure, lui giura di guardare a Baku, Singapore o Las Vegas, tre piste in cui la Ferrari si augura di poter vivere giornate da protagonista. Ormai si è capito, niente salverà questa annata: ma una vittoria, quella sì, darebbe una lettura diversa ad una stagione sì amarissima (e tale rimarrà, anche se venisse aggiunto il cucchiaino di zucchero legato al primo successo stagionale), ma che almeno non vivrebbe dello scotto di chiudere il campionato a quota 0 vittorie.
Anche la SF-23, per dire, ce l’aveva fatta, proprio a Singapore: ce l’aveva fatta con Sainz e non Leclerc, ma non è questo il punto. Il punto è che, sulla macchina dell’all-in nell’inverno, l’azzardo non ha pagato. Non ha pagato nemmeno a Monza, e qui sta il punto: se sei sempre quello che si ritrova a fare scommesse alla disperata, vuol dire che c’è un problema di fondo più grande dei rischi che ti prendi.
Ferrari: più di così, niente
Monza 2025 è stata quella che è stata: un weekend in cui la Rossa ha capito in fretta che, a parità di carico, la McLaren avrebbe fatto scuola nelle curve più veloci (Lesmo 1 e 2, Ascari, Parabolica Alboreto) ed allora ha puntato su un set-up estremo, tutto improntato alla velocità in rettilineo accettando il rischio di dover gestire, praticamente ad ogni giro, una macchina pronta a scappare dalle mani dei piloti ad ogni curva. Forse, a sparigliare le carte è stata una Red Bull molto più in palla del previsto, di fatto quella che ha tolto alla Ferrari la possibilità di conquistare il podio in casa.
Nel complesso (relativamente parlando), poteva andare pure peggio: nel senso che una vettura scarichissima a livello di gomme ha dovuto gestirle solo in avvio (i tanti duelli avevano mandato troppo in su le temperature dell’asse posteriore), poi ha trovato un ritmo discreto, almeno per quelle che erano le possibilità in gara. Una corsa con poco degrado ha aiutato, quantomeno a permettere a Leclerc di difendersi da Russell; per il resto, non traggano in inganno i soli 4”273 che sul traguardo hanno separato Charles da Piastri: Oscar ha perso secondi per far passare Norris, altrimenti il margine sarebbe stato un po’ superiore, anche se alla fine ancora relativamente contenuto.
Hamilton, il tifo come benzina per guardare oltre
Passano le gare, soprattutto quelle che sulla carta fanno meno paura, e con esse l’opportunità di cogliere questa benedetta prima vittoria stagionale, che nelle ultime tre stagioni non si era mai fatta attendere così tanto: la SF-23 vinse al 15° round del campionato. Leclerc continua a sperare, Hamilton guarda avanti. Lewis avrebbe voluto una Monza diversa, e forse sarebbe stato anche più vicino a Leclerc se non avesse dovuto partire cinque posizioni più indietro per la penalità rimediata in Olanda. Poca roba, ma per quanto può valere Lewis Hamilton riparte da sensazioni indubbiamente diverse rispetto a quelle provate prima della pausa estiva. Si porterà a casa l’affetto del pubblico, delle prestazioni più vicino a Leclerc, e magari proprio il “mood” di Charles, cioè la forza che serve per passare da un fallimento ad un altro: la Ferrari del 2025 è questa, guardare oltre senza perdere l’entusiasmo è davvero il massimo che si può fare.