Il brasiliano della Ferrari, che con 149 gran premi di F.1 dietro le spalle è ormai un veterano, riflette sulle corse della Indycar e propone una soluzione. "Quando succedono tragedie come queste ci si rammenta che il pericolo è sempre in agguato. Non sono in grado di parlare dell’incidente di Simoncelli perché non ho esperienza di corse motociclistiche ma per quanto riguarda quello di Dan, l’unica speranza è che serva da campanello d’allarme per la Formula Indy come accadde in Formula 1 con l’incidente di Ayrton Senna a Imola nel 1994, che portò a un aumento della sicurezza nel nostro sport. A mio parere, c’è molto da fare nella Indycar per migliorare la sicurezza. Ora non è il momento di dire di chi è la colpa piuttosto bisogna analizzare le cose con calma e avere delle risposte dagli organizzatori. Forse si potrebbe iniziare a pensare a correre con gli abitacoli chiusi, considerato il tipo di circuiti e il numero di vetture che partecipano agli eventi della Indycar ma questa è soltanto un’idea. La questione sicurezza va affrontata in maniera complessiva”.
Massa ritorna poi sulla gara in Corea, che lo ha visto chiudere sesto; ma in qualifica aveva fatto meglio di Fernando Alonso. “La Corea è stata il mio 150esimo gran premio in Formula 1, la maggior parte dei quali trascorsi al volante di una Ferrari. Fra poco, precisamente al Gran Premio del Brasile, potrò celebrare anche la mia 100esima gara con la scuderia modenese. È sempre bello raggiungere una cifra tonda, ho ancora diversi anni di carriera davanti a me, non sono ancora così vecchio, e continuerò a lottare per raggiungere risultati migliori di quello della Corea, che non è stato esattamente il massimo per festeggiare un traguardo per me così significativo. Detto questo, mi sono divertito a guidare sul circuito di Yeongam. È stato quasi come correrci la prima volta visto che lo scorso anno la gara è stata fatta quasi interamente sul bagnato".
Adesso la trasferta in India, la prima nella storia del campionato di Formula 1. “Per prepararmi al meglio alla prima edizione del Gran Premio dell’India – racconta Massa, 30 anni, 11 vittorie in F.1 – ho trascorso una giornata al simulatore per avere una prima sensazione della pista e ho anche utilizzato nei giorni scorsi l’ultima versione del gioco ufficiale della Formula 1, dove c’è anche il circuito di Buddh. Il primo feeling è che si tratti di un bel tracciato, che ha qualcosa in comune proprio con quello di Yeongam. C’è un rettilineo molto lungo e ci sono diversi tipi di curve, da quelle veloci a tornanti molto lenti, cui si aggiungono vari cambi di gradiente. Il parallelo con la Corea finisce qui perché in India farà sicuramente molto più caldo e poi perché useremo le gomme morbide e dure, tradizionalmente non una combinazione ideale per la 150 Italia. Spero che avremo fatto dei progressi su questo fronte e che potremo così ottenere un bel risultato”.
(Nella foto, Felipe Massa attorniato da un gruppo di giovanissimi tifosi Ferrari a Nuova Dehli, in India)