Così lo spagnolo descrive la gara in Corea: «Si è confermato quello che temevamo dal sabato: le due Red Bull e le due McLaren sono un pizzico più veloci di noi in gara, ma sono molto più avanti di noi in qualifica. E questo ci ha condizionato la gara perché partendo dietro non c’era modo di scavalcare gli avversari. Abbiamo migliorato molto la prestazione fra sabato e domenica, ma ci manca la qualifica per adesso».
Alonso ha illuso nel finale raggiungendo Button, Webber e Hamilton. Facendo pensare che con una strategia di corsa differente avrebbe potuto puntare addirittura al secondo posto, non al quinto. Ma il problema è quello di essere restato ben 37 giri dietro Massa. Dimostrando tra l’altro che non aveva il passo, né il tempo sul giro per andare più forte del brasiliano. Ha provato in certi momenti ad attaccarlo, ma mai con troppa decisione. È riuscito a superarlo soltanto nel gioco dei pit-stop, fermandosi dopo di lui e inanellando due o tre giri velocissimi senza Massa davanti, e rispuntandogli davanti dopo la sosta.
Felipe Massa invece ha fatto la gara più tenace della stagione. Veloce, spesso più di Alonso, aggressivo, pochi errori e mai un calo di prestazione sul giro. Un Massa diverso da quello abulico delle ultime corse, anche se alla fine il piazzamento - sesto - non premia la sua costanza nel passo di gara.
«Avrei potuto chiudere meglio, all’inizio eravamo tutti lì in fila con un po’ di degrado gomme con le supersoft; poi con le gomme dure siamo riusciti a prendere un buon passo, ma nel primo pit-stop ho perso almeno 3 secondi rispetto a tutti perché passavano macchine in corsia box e ho dovuto attendere per ripartire. Poi, nel secondo stop sono dovuto accodarmi nel giro di uscita a due macchine più lente ed è stato questo che mi ha fatto perdere la posizione nei confronti di Alonso. Ma almeno ho un feeling positivo da questa gara: il mio passo in corsa era quasi quello dei primi, almeno con le gomme dure».