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Analisi qualifiche: si è pensato al GP

Si lavora per la gara. La sintesi delle qualifiche coreane è tutta qua. Con una pista che non si è gommata a sufficienza (anche per la pioggia di venerdì), con la previsione di un elevato degrado, con la differenza ridotta, nei tempi sul giro, fra gomme soft e supersoft, la strategia corretta sembra quella di sacrificare il sabato per la domenica. Si spiega anche così la prima pole non-Red Bull della stagione. Alla voglia della McLaren di dimostrare le proprie capacità si contrappone quella della squadra di Vettel-Webber di sigillare al più presto possibile anche il titolo Costruttori. Visto che tra il primo e il secondo posto ballano circa dieci milioni...

Si spiega così il fatto che le Rb7 siano entrate in pista con le gomme supersoft (banda rossa) già nel Q1. Non è una crisi di assetti, è la consapevolezza che è più importante salvare un treno di pneumatici più duri (le “soft” a banda gialla) piuttosto che quelle extramorbide, che degradano già dopo cinque giri. Si è visto di tutto nelle qualifiche di Yeongam, compreso le gomme “girate” come dal gommista (la destra al posto della sinistra, tanto sono simmetriche) invece che sostituite.

Hamilton ha fatto la differenza, specie negli ultimi due settori; Vettel si è accontentato, Button ha cambiato ieri il telaio (un problema ai bulloni di fissaggio della scocca al motore) ed era soddisfatto a metà. Webber chiude la seconda fila e si prende una multa di 1400 euro per eccesso di velocità in pit-lane. Dopo, solo dopo, vengono le Ferrari, con Massa ancora davanti a un Alonso sempre più nervoso. Che probabilmente non gradisce affatto gli esperimenti con l’ala anteriore tipo Red Bull.

Il colpo di scena potrebbe arrivare domani. Se, come sembra, Vettel si fermerà dopo appena cinque-sei giri per montare le gomme “dure”, e poi le cambierà ancora (con pneumatici dello stesso tipo) intorno al trentesimo passaggio, può avere la gara in pugno. Due soli stop quando tutti ne prevedono almeno uno in più...

Alberto Antonini