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Pat Fry non “c’azzecca”

Alla Ferrari, dopo il deludente Gran Premio di Singapore, tira non già un’aria di resa, ma quasi. Stefano Domenicali, il responsabile, è stato esplicito: “Il risultato di per sé non è stato una sorpresa. Lo è stata invece la prestazione, in negativo. Bisogna capire il motivo”. E Fernando Alonso – che per la verità di illusioni non se n’è mai fatte – ha affermato: “Non siamo veloci, questa è la realtà”. Il quarto posto dello spagnolo a quasi un minuto da Sebastian Vettel è tutto dire. Singapore, non va scordato, era giudicato un tracciato favorevole alla Ferrari per effetto di combinazioni tecniche – gomme morbide e super morbide – e pure ambientali, cioè il clima caldo.
 
A Maranello non hanno dunque ancora trovato il bandolo della matassa che rende poco competitiva la monoposto 2011. E che è già costata il posto, alla vigilia del Gran Premio di Monaco, al capo tecnico della Ferrari F.1, l’ingegnere Aldo Costa. Colpevole di essere la causa principale di quella che il presidente Montezemolo ha poi definito “una monoposto nata male”.

Adesso a guidare lo staff tecnico c’è un inglese, l’ingegnere Pat Fry. Che ha aggiornato, modificato, evoluto la 150 Italia. Sembrava - sembrava - che qualcosa stesse funzionando. Ma il GP di Singaporeha ridimensionato tutto, quasi si debba adesso ricominciare daccapo. E spunta fuori, nella gara del circuito-cittadino, che la Ferrari ha pure problemi con le temperature delle gomme morbide e addirittura le super morbide; cioè le due scelte che erano considerate le migliori per la monoposto rossa. Che ha appunto patito il degrado dei pneumatici nelle condizioni che pensava fossero invece le più favorevoli.

Per l’ingegnere Pat Fry è davvero un momentaccio. Subito dopo la gara asiatica ha detto: “Dobbiamo essere onesti ed accettare questo risultato come una conferma dei rapporti di forza attualmente in campo. La nostra è la terza macchina ed essere arrivati al quarto posto è più o meno quello che ci potevamo aspettare. Non possiamo dire altrettanto in merito alla prestazione, che è stata inferiore alle attese. Il degrado degli pneumatici, soprattutto la mescola Supersoft, è stato molto elevato e dobbiamo cercare di capirne le ragioni. Da un punto di vista della strategia, credo che abbiamo preso le decisioni giuste. La safety-car non ci ha certo aiutato perché sia Felipe che Fernando avevano effettuato la sosta pochi giri prima e non hanno potuto sfruttare il vantaggio rispetto ai diretti avversari. All’ultimo, abbiamo lasciato Fernando sulle Soft perché era la scelta migliore per marcare Hamilton, l’unico che poteva avere una chance di togliergli la posizione. Purtroppo, il podio a quel punto era già troppo lontano. A chi ci chiede con quali motivazioni affronteremo le prossime gare rispondo che abbiamo tanto lavoro da fare, sia per cercare di migliorare la prestazione di questa monoposto sia per trarne indicazioni utili per l’anno prossimo. Avremo alcune novità in Giappone e in Corea che valuteremo in questa doppia ottica. Siamo la Ferrari e non ci facciamo certo scoraggiare da una prestazione negativa.”

A Singapore il tecnico inglese era arrivato con un certo ottimismo. Dopo la prima giornata di prove libere, aveva dichiarato: “Come sempre il venerdì avevamo un intenso programma di lavoro da svolgere, purtroppo, sia a causa dell’imprevista ed inaspettata riduzione della durata della prima sessione, sia per via di alcuni piccoli inconvenienti che hanno rallentato le operazioni, non siamo riusciti a fare tutto quello che volevamo. Avevamo alcune nuove soluzioni in vettura, alcune hanno dato il responso atteso mentre su altre si deve ancora lavorare. Fatte salve le solite considerazioni sulla valutazione dei risultati del venerdì, sembra che siamo tornati più vicini alla situazione che avevamo visto prima della pausa estiva. Non avevamo bisogno di conferme ma abbiamo visto oggi quanto questo circuito sia molto duro per le macchine. Come a Monaco, la minima sbavatura si paga a caro prezzo. Bisognerà quindi fare molta attenzione a non andare oltre il limite. Un fattore molto importante sarà il comportamento degli pneumatici: in gara sarà cruciale scegliere il momento migliore per fare il pit-stop”.

Poi sono arrivate le qualifiche, nelle quali Fernando Alonso, sebbene quinto, aveva comunque ottenuto un tempo superiore di mezzo secondo rispetto alla pole position di Vettel. Pat Fry, dopo le qualifiche, aveva accennato a un po' di delusione, ma era convinto che in gara le cose si sarebbero aggiustate. “A leggere la classifica – aveva detto – si potrebbe dire che sono stati rispettati i rapporti di forze che hanno caratterizzato questa stagione ma è naturale che, quando i distacchi sono così ravvicinati, almeno per le posizioni di rincalzo alla pole, ci sia un pizzico di delusione. Dobbiamo peraltro dire che Fernando è stato molto bravo, tirando fuori il massimo dalla vettura che gli abbiamo messo a disposizione. Se guardiamo il distacco dalla pole, possiamo dire che, tornati su un tracciato ad alto carico aerodinamico e alle mescole Pirelli più morbide, si è ristabilita una situazione che avevamo già visto ad esempio in Germania e in Ungheria mentre a Spa e a Monza avevamo sofferto molto di più. Domani sarà importante la partenza, un settore dove abbiamo fatto piuttosto bene negli ultimi tempi: cercheremo quindi di ripeterci per guadagnare qualche posizione. Poi sarà importante vedere come si comporteranno gli pneumatici, un fattore decisivo per la strategia. Su questo tracciato non si può sbagliare nulla perché con una piccola sbavatura si finisce facilmente contro le barriere. Ci potremo aspettare quindi anche dei colpi di scena e dovremo essere bravi a sfruttare le eventuali opportunità che dovessero presentarsi”.

Voi che cosa ne pensate?