Al Gran Premio d’Italia a Monza, a una manciata di chilometri dalla sede della Bicocca, la Pirelli ha definitivamente convinto: le gomme italiane – sebbene fabbricate in uno stabilimento in Turchia – hanno superato con successo l’esame forse più difficile; quello appunto con la veloce pista monzese. Le temperature elevate, le sollecitazioni che il tracciato trasmette alla carcassa del pneumatico e il surriscaldamento sui lunghi rettilinei, nei curvoni veloci e nelle chicanes rappresentano un test sicuramente severo.
Le mescole morbide e medie hanno fatto registrare una eccellente durata – considerando le caratteristiche del tracciato e la battaglia tra i migliori – e nessun fenomeno di “blistering”, la formazione cioè di bolle anomale sul battistrada. È vero che a Monza la Pirelli aveva suggerito ai team di non esagerare con l’angolo di camber – l’inclinazione delle ruote rispetto all’asse verticale – tanto che la Fia aveva deciso di imporre un limite massimo di 3,75 gradi contro i 4 utilizzati invece al GP del Belgio, a Spa-Francorchamps. Ma è altrettanto vero che la serrata sfida tra i primi cinque – Vettel, soprattutto tra Button, Alonso, Hamilton e Schumacher – è stata tale che le gomme non sono state certo risparmiate.
Non è affatto banale, visto che è fornitore unico, né paradossale affermare che la Pirelli vince in Formula 1. L’industria italiana sta vincendo non solo per l’eccellente prodotto che mette a disposizione ma anche perché è stata capace di realizzare gomme conformi alle forse bizzarre richieste della Federazione Internazionale dell’Automobile: pneumatici in grado cioè di aumentare lo spettacolo in pista. Missione compiuta.
Ecco perchè la Pirelli ha successo: ha demolito lo scetticismo di chi aveva previsto un passo falso il suo ritorno in Formula 1. L'italia, in questo difficile momento, ha bisogno di aziende come quella milanese; di gente coraggiosa e pronta ad affrontare senza esitazione le sfide ai massimi livelli.
(Nella foto, Marco Tronchetti Provera, presidente della Pirelli, sullo schieramento del GP d’Italia a Monza; alle sue spalle il tecnico Paul Hembery, responsabile del programma F.1 dell’industria italiana)