Ma l’emozione, quella sì l’ha sentita. Autosprint ha raccolto le sue parole, i brividi di quel momento sognato chissà quante volte dall'inizio della sua carriera alcunianni fa. “Un’emozione che non si racconta. È straordinario come con quella monoposto ci si senta in controllo di ogni cosa”. Per la verità il test sarebbe toccato a Jules Bianchi, ma visto che il collaudatore ufficiale non stava molto bene, e visto magari che Rigon era stato privato della prova sulla F60 a Fiorano a causa del maltempo... L’occasione che la Ferrari ha offerto al ragazzo vicentino aveva anche un altro scopo: metterlo a confronto diretto con la monoposto che, quasi quotidianamente, collauda e sviluppa al simulatore, cioè in piena realtà virtuale.
“Sì, a qualcosa il confronto è servito. Soprattutto a capire che il modello al simulatore si avvicina di molto alla realtà. Certo, le accelerazioni laterali di una Formula 1 non si possono simulare completamente, ma a Maranello i tecnici hanno fatto veramente un ottimo lavoro”. Un po’ di gloria, quindi, anche per Marco Fainello, che in tanti anni di Ferrari ha fatto di tutto, dall’ingegnere veicolista all’esperto di pneumatici, e che oggi dirige appunto il programma del simulatore della scuderia modenese
Sarebbe bello pensare che l’aero-test sul rettilineo di Vairano – e le riprese filmate del giorno dopo, con pneumatici “da esibizione” – sia solo l’inizio di una serie di prove per Rigon. Ma se la Ferrari ha abbondanza di collaudatori - al contrario, per esempio, della Mercedes Grand Prix - sono le opportunità che scarseggiano. Se e quando passerà la proposta di assegnare una monoposto e un treno di pneumatici extra a un giovane pilota nelle prove del venerdì mattina, il designato, per Maranello, dovrebbe essere Jules Bianchi.
A Rigon, comunque, è stato detto di tenersi pronto per ogni eventualità. Se la F.1 ha capito che il suo futuro è nei giovani - ed era ora che lo capisse - allora Rigon è sicuramente qualificato per prendersi le sue responsabilità. Intanto, gli hanno affidato una monoposto in “pezzo unico”, vorrà dire che si fidavano.