«È vero – dice Vettel - non sapevo nulla finché non ho attraversato il traguardo e non sono passato sotto la bandiera a scacchi. Il team non mi diceva nulla. Anche in gara mi parlava soltanto di quel che riguardava la vittoria della corsa. Dopo aver passato il traguardo il team mi ha detto: “Sei messo bene, adesso dobbiamo aspettare gli altri che transitano e capire che succede”. Io non avevo visto gli schermi quindi non mi rendevo conto di nulla, e poi via radio mi hanno urlato che ero campione del mondo!».
Solo sul podio Vettel ha realizzato la sua impresa e con gli occhi luci sono comparse le lacrime per scaricare l'emozione e la tensione.
«Devo dire che sono senza parole. Non sono mai nemmeno stato in testa al campionato, solo oggi, ma la volta che conta. Non saprei cosa dire in un momento come questo, è stata una stagione dura e difficile per me sia dal punto di vista fisico che mentale. Ma ho sempre creduto in me stesso, nel team e nella macchina, e oggi l'ho affrontata in modo speciale: stamattina ho cercato di non pensare a nient’altro, evitare contatto con la gente. Sapevo che dovevo solo vincere per sperare. La partenza era una fase cruciale, ma sono scattato bene, ho avuto un po’ di graining e Hamilton nei primi giri si è riavvicinato, poi il difetto si è stabilizzato e andato via. È stato positivo il fatto che Hamilton sia rientrato in pista dietro Kubica dopo il pit-stop».
«C'è stata una incredibile battaglia in questo campionato. - continua - Non so quante volte c’è stato un leader diverso nella stagione, alcuni sono usciti subito dalla classifica per poi rientrare. Questo vale per Fernando e per me, tutti potrebbero scrivere un libro sui problemi che hanno avuto durante l'anno. È stata una stagione dura specialmente dal punto di vista mentale, a volte abbiamo dovuto ignorare quel che dicevano gli altri per fare il massimo. Sono orgoglioso».