Caschi d'Oro 2022, il ricordo di Forghieri

Questa edizione dei Caschi è stata anche il momento di ricordare Furia, il geniale ingegnere a capo della Ferrari, scomparso quest'anno

Pubblicato il 21 dicembre 2022, 20:56 (Aggiornato il 21 dicembre 2022, 21:47)

Mauro Forghieri vive. E' tristemente vero che il leggendario ingengere, che ha segnato un epoca di successi in Ferrari, è scomparso quest'anno, ma sul palco dei Caschi d'Oro c'era. Nelle parole, nei ricordi di chi nella vita dentro e fuori dalle piste lo ha sempre accompagnato. 

Vivo nei ricordi condivisi della moglie Elisabetta e del suo invincibile squadrone di meccanici,  Modesto Menabue,  Anselmo Menabue, Luciano Prandini e Gabriele Pagliarini: tutti sul palco per raccontare chi è stato Mauro. Per ricordarlo e tenerlo vivo per sempre.

Il ricordo di chi gli è stato vicino

Brenda Vernor, la segretaria di Enzo Ferrari, unica donna in un ambiente di soli uomini e capace di tenere testa a tutti, a raccontato che Mauro: "Per me è stato l'uomo più simpatico che ho conosciuto. Mai visto uno come lui".

"È stata una vita bellissima, Mauro aveva un'intelligenza straordinaria. Ha sempre amato moltissimo i ragazzi, appena poteva, andava in università per dare lezioni. Per lui, i giovani, erano il fururo, faceva di tutto per avvicinarli al suo mestiere" ha raccontato sua moglie Elisabetta.

Ci ha pensato Piero Corradini a togliere il gorppo dalla gola, raccontanto un aneddoto divertente: "Una volta, in Sud Africa, nel briefing dopo le prove pur di avallare la sua tesi e far valere il suo ruolo di capo, era arrivato a coinvolegere Elisabetta e le disse 'Elisabetta hai visto anche te la macchina che si comportava così!'. Una volta tornato in albergo, sono andato dagli altri ingegneri e ho detto: 'Che assetto facciamo, l’assetto Elisabetta?'".

Forghieri, dalle auto alle moto

Forghieri è stato un grande uomo, ma soprattuto un grande ingnegnere, uno dei pochissimi a poter progettare tutta la vettura, dal motore all'aerodinamica. Ma non solo. La sua firma è anche su una moto, il prototipo progettato per BMW per la MotoGP, realizzata dalla Oral Engineering. Ed è stato Franco Antonazzi, CEO dell'azienda, a raccontare come nacque quel progetto: "BMW non aveva mai corso in MotoGP e inziò il programma una volta completato quello per iniziare a correre in F1. BMW voleva che quella moto doveva essere un concetrato di idee e innovazioni, in modo da maturare ricerca e sviluppo per la produzione. Doveva essere una moto innovativa e così facemmo. Aveva il cambio semiautomatico derivato dalla F1, un motore a 3 clindiri 900 cc, l'acceleratore elettronico, le trobette variabili, tutte cose passate poi sulle SBK BMW. E l'abbiamo fatta senza appoggiarci a Motorrad, perché volevamo avere campo libero senza limiti alla nostra fantasia. Ed è ancora bella oggi, dopo tanti anni".

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