GP San Paolo: tra sprint, gara e meteo, il mondiale passa dal Brasile

Adesso i punti pesano, pesano più che mai. Quattro gare al termine significano ultimo sesto di stagione, due sprint significano pochi ma importantissimi punti in ottica iridata. Ad Interlagos, un tempo sede del GP Brasile e oggi sede del GP San Paolo, passano i destini di un mondiale che si è acceso come mai ci saremmo aspettati fino a poche settimane fa.

Max per recuperare ancora

"Non ho recuperati punti sulla vetta, ho perso 10 punti da Lando". Così Max Verstappen, con il suo pragmatismo e quel filo di pessimismo quando si tratta di analizzare i punti di ritardo in classifica, parlava della tappa di Città del Messico. E' vero, sul circuito Rodriguez ha lasciato la tappa a Norris, ma in assoluto ha ulteriormente ricucito sulla testa della classifica: era arrivato in Messico a -40 da Piastri, se n'è andato con 36 punti da recuperare sul leader che nel frattempo è cambiato, da Piastri a Norris. Con quella messicana fanno cinque gare consecutive in cui Max è riuscito a ridurre il divario dalla leadership in graduatoria: ed in Brasile può allungare la striscia positiva, visto che a San Paolo è già stato protagonista di corse memorabili. Certo, lo stato di forma di Norris in Messico ha fatto paura, ma tra Città del Messico ed Interlagos cambieranno tante cose, a cominciare dalle caratteristiche della pista, per cui Max non parte battuto. Piuttosto, è Piastri che non deve perdere il treno iridato: è parso in difficoltà ultimamente e deve a tutti i costi recuperare il vecchio feeling con la MCL39.

Le sfide di Interlagos

A proposito di vetture, ad Interlagos la MCL39 potrebbe trovare terreno ideale per sé. Da tempo in casa Red Bull dicono che la McLaren ha nella percorrenza delle curve da media velocità un bel vantaggio sulla concorrenza: ed in Brasile queste curve sono numerose, e possono essere un assist per la creatura di Woking. Certo la RB21 è cresciuta ed ha delle carte da giocarsi: ha risolto tante criticità e nel complesso si è avvicinata alla McLaren. Interlagos propone sfide relative al tema dell'efficienza aerodinamica, con il bisogno di coniugare il carico nel settore centrale ad una bassa resistenza sul lungo tratto a gas spalancato, quello che dalla Juncao porta dritto alla S do Senna: dovrebbero scendere in pista assetti da medio carico aerodinamico, senza dimenticare che con i suoi 700 metri sul livello del mare c'è anche il tema, seppur molto minore rispetto al Messico, della rarefazione dell'aria. Ad Interlagos, il bilanciamento è fondamentale: sforzi laterali e longitudinali sono equilibrati, e questo fa sì che sia molto importante avere vetture più bilanciate possibile. Equilibrio che serve anche dal punto di vista meccanico: a San Paolo i dossi (seppur molto limitati dopo la riasfaltatura tra 2023 e 2024) possono essere fastidiosi, e serve una vettura sufficientemente morbida per assorbire certe asperità, ma non troppo morbida da non rendere la vettura instabile nel veloce.

Dal punto di vista delle gomme, come in ogni weekend sprint sarà importante la rotazione dei set sin dalle FP1, e soprattutto scegliere quelle giuste per sprint e gara: contrariamente a tanti altri appuntamenti, per il Brasile Pirelli ha scelto di fare uno step verso le mescole più dure rispetto all’edizione 2024: andranno in pista la C2, la C3 e la C4. Tale scelta è stata fatta in virtù del nuovo asfalto che l’anno scorso aveva esposto molto le gomme all'usura ed al graining, specie le posteriori.