Di Grassi difende Massa: “Meritava il titolo, ma è pericoloso riaprire”

Pubblicato il 30 ottobre 2025, 14:49
Si aggiunge un nuovo punto di vista all’azione legale avviata da Felipe Massa contro FIA, FOM e Bernie Ecclestone. Dopo settimane di analisi, commenti e dichiarazioni, stavolta parla qualcuno che nel 2008 era lì, nel cuore del paddock. Si tratta di Lucas Di Grassi, all’epoca pilota di riserva del team Renault, presente al discusso Gran Premio di Singapore. Una voce esterna alla vicenda, ma interna al mondo della Formula 1, che aggiunge un tono più riflessivo e meno emotivo al dibattito.
Dalla Formula 1 alla Formula E
Lucas Di Grassi ha fatto il suo ingresso nel paddock proprio nel 2008 come terzo pilota del team francese Renault, ruolo che ha mantenuto fino al 2009. Nel 2010 ha avuto la sua occasione nella massima serie con la Virgin, ma la stagione si è conclusa senza risultati significativi e con la sua sostituzione da parte di Jérôme D’Ambrosio. È però nella Formula E che Di Grassi ha riscritto la sua storia sportiva: nel 2014 ha debuttato nella categoria elettrica, diventandone poi campione del mondo nella stagione 2016-2017. Oggi, undici anni dopo, continua la sua carriera al volante della Cupra, da protagonista di un’altra era del motorsport.
Felipe meritava il titolo
Visti i nuovi dettagli emersi nella causa Massa, RacingNews365.com ha chiesto a Di Grassi di esprimere la sua opinione da connazionale e da ex collega. “Dal mio punto di vista, mi piace Felipe, è un mio caro amico. Ha fatto un campionato incredibile quell’anno. Meritava di vincere? Sì”. Sul merito sportivo, il brasiliano non ha dubbi: il titolo morale appartiene a Massa. Ma la riflessione di Di Grassi va oltre il sentimento di amicizia, toccando le implicazioni più ampie della vicenda. “Ma in questo sport possono succedere così tante cose che se si analizzano tutti i possibili scenari che si sono verificati negli ultimi 40 anni di questo sport, ci sono così tanti modi in cui si può inquadrare la situazione”.
Attenzione ai precedenti
Di Grassi mantiene un tono neutro e prudente: non contesta il valore della battaglia di Massa, ma mette in guardia dal rischio di creare un precedente difficile da gestire. “Ci sono così tanti se in questo sport che è molto difficile giustificare qualsiasi cosa. Vorrei che fosse lui il campione. Sì, penso che sia stato il campione morale di quell’anno. Cambierà qualcosa se vince? Credo finanziariamente per lui. Ma a parte questo, non vorrei che questo precedente si aprisse a ogni singolo possibile campionato perso o combattuto in modo diverso”. Una posizione che, pur solidale, invita alla cautela: perché la storia della Formula 1 è costruita su mille sfumature, riaprire i capitoli del passato potrebbe diventare un gioco pericoloso.
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