Cardile, stoccata alla Ferrari? "In un team conta vincere, no alla cultura del colpevole"

L'obiettivo finale è (ovviamente) la vittoria da raggiungere anche cambiando idee, evitando sempre la cultura del colpevole. Un riferimento velato al Cavallino?
Cardile, stoccata alla Ferrari? "In un team conta vincere, no alla cultura del colpevole"

Fabiano PolimeniFabiano Polimeni

Pubblicato il 10 ottobre 2025, 14:13

Mentre la Ferrari affronta l’ennesimo periodo critico di una stagione a dir poco deludente, c’è un concetto che ritorna. Lo fa nelle parole di un altro ex, che in modo diverso sottolinea una mentalità dannosa per la serenità e competitività di una squadra di Formula 1.

Enrico Cardile, parlando di quanto sia nociva la “cultura del colpevole” non fa alcun riferimento al suo ex team, la Ferrari lasciata nell’estate del 2024 per sposare l’avventura Aston Martin. Nelle parole di Mattia Binotto, lo scorso maggio, invece, la mentalità del “capro espiatorio” venne abbinata alla Ferrari (dove “prevale”, disse) e, generalizzando, al sistema Italia.

Scelte ragionate e d'istinto: è ok cambiare idea

Quanto a Cardile, nuovo responsabile dell’area tecnica in Aston Martin, raccontando l’importanza dell’obiettivo finale, più dei cambi di direzione e di idee che possono intervenire durante il percorso, ha spiegato, sui processi decisionali e la necessità di bilanciare informazioni e istinto: “Penso di essere abbastanza equilibrato in questo senso. Non ho paura di prendere decisioni e non ho bisogno di avere il 100% delle informazioni disponibili.

A volte, in un team di F1 è necessario prendere una decisione con le informazioni che si hanno a disposizione e poi continuare a lavorare sul problema. Se una o due settimane dopo, grazie a ulteriori informazioni e analisi, scopriamo che la decisione presa era sbagliata, non ho alcun problema a cambiare direzione.

In definitiva, ciò che conta è vincere. Non si tratta di individuare chi ha sbagliato o chi ha avuto ragione, non è una cultura della colpa. Questo vale per tutti: non c'è niente di male nel cambiare idea e cambiare direzione. Dobbiamo tenere a mente l'obiettivo finale: non si tratta di avere ragione o torto all'inizio, ma di vincere alla fine”.

Ora, che l’obiettivo della vittoria sia stato mancato, e di molto, nelle stagioni in cui la direzione della Ferrari è stata nelle mani di Binotto e Cardile ha dato il proprio contributo alla progettazione delle monoposto tra 2022 e 2024, è un dato di fatto.

È altrettanto un dato di realtà la scelta fatta a Maranello di legare la mancata competitività del progetto SF-25 all’impostazione data da un tecnico uscito di scena nel luglio di un anno fa.

 

 

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