Elezioni FIA: la corsa alla presidenza si complica

Pubblicato il 9 ottobre 2025, 12:06
La corsa per la presidenza della FIA ha preso una piega interessante nelle ultime settimane. Dopo l’annuncio, a inizio luglio, della candidatura di Tim Mayer - ex commissario FIA - il quadro si è arricchito di due nuovi nomi. La prima è Laura Villars, la candidata più giovane e anche pilota professionista, seguita poi da un’altra donna, Virginie Philippot: ex modella e giornalista sportiva.
Quattro candidati, dunque, si contendono la guida della Federazione Internazionale dell’Automobile, oggi nelle mani di Mohammed Ben Sulayem. Un segnale di vivacità interna, ma anche di tensione, perché il cammino verso il voto non sarà semplice.
Scadenze e regole stringenti
Le elezioni si terranno il 12 dicembre, ma prima di arrivare a quella data i candidati dovranno rispettare un passaggio cruciale: la presentazione della lista con i dieci membri che compongono la squadra di supporto. La scadenza fissata dalla FIA è il 24 ottobre. Come riportato da The Race, i dieci nomi non possono essere scelti liberamente: ciascuno deve ricoprire un ruolo preciso. Ogni gruppo deve includere un presidente del Senato, un vicepresidente per la mobilità e il turismo, un vicepresidente per lo sport e sette figure di supporto a quest’ultimo. E qui viene il bello: le sette figure non possono essere nominate liberamente, ma devono essere selezionate da una lista predefinita della FIA. Inoltre, queste devono garantire la rappresentanza dei vari continenti: due dall’Europa, una dal Medio Oriente e Nord Africa, una dall’Africa, una dall’Asia-Pacifico, una dal Sud America e una dal Nord America.
Il nodo della rappresentanza sudamericana
Ed è proprio questa regola a complicare la situazione per i tre sfidanti di Ben Sulayem. Nella lista ufficiale diffusa dalla FIA compare infatti un solo nome per il Sud America: Fabiana Ecclestone, brasiliana, consorte di Bernie Ecclestone dal 2012. Fabiana, però, ha già dichiarato pubblicamente il proprio sostegno al presidente in carica. Ciò significa che non potrà essere inserita in nessun’altra lista, tagliando di fatto fuori i candidati rivali da una composizione completa della propria squadra. Un dettaglio tecnico, certo, ma dalle implicazioni politiche enormi.
Un cavillo o una mossa strategica?
È difficile non leggere questa situazione come un vantaggio per l’attuale presidente. La mancanza di un rappresentante sudamericano disponibile rischia infatti di invalidare le liste dei candidati alternativi, ponendo un ostacolo formale difficilmente aggirabile. Un cavillo regolamentare o una mossa di potere accuratamente pianificata? Di certo, la data del 24 ottobre sarà un primo banco di prova: da come reagiranno Mayer, Villars e Philippot capiremo se la corsa alla presidenza FIA sarà davvero aperta o se, al contrario, il gioco è già segnato in partenza.
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