"Votate per Enzo Ferrari": quando Autosprint voleva un senatore dall'orgoglio italiano

Alla fine degli anni ’70, Autosprint promosse una mobilitazione popolare per chiedere la nomina di Enzo Ferrari a senatore a vita. Il Drake aveva reso grande l'Italia
"Votate per Enzo Ferrari": quando Autosprint voleva un senatore dall'orgoglio italiano
© Getty Images

Ilaria ToscanoIlaria Toscano

Pubblicato il 8 ottobre 2025, 07:50

Alla fine degli anni '70, la voce dell’Italia appassionata di motori si fece sentire non solo nei box e nei circuiti, ma anche tra le pagine di Autosprint. Il settimanale, da sempre attento nel raccontare il mondo della Formula 1, lanciò una campagna mediatica senza precedenti: la proposta di nominare Enzo Ferrari senatore a vita.

La figura del Drake, fondatore della Scuderia Ferrari e costruttore visionario, era già avvolta da un’aura di leggenda, non solo per i successi sportivi, ma anche per il contributo al prestigio industriale dell’Italia nel mondo. Con queste premesse, Autosprint si fece portavoce di un movimento d’opinione che chiedeva alle istituzioni di riconoscere formalmente Ferrari con la più alta onorificenza civile: la nomina a senatore a vita per altissimi meriti nel campo industriale e sportivo.

Sulla rivista, proprio accanto al talloncino che Autosprint dedicava ai lettori per essere inviato al Presidente Sandro Pertini, spicca la richiesta della rivista: "L'idea per FERRARI SENATORE A VITA la lanciò per la prima volta nel lontano 1966 Gianni E.Reif, il compianto gionalista austro-veroese più noto nell'ambiente calcitico, ma che fece come primo editore di "Automondo" e una sortita nel mondo dell'auto. [...] Negli anni scorsi, comunque, puntualmente ad Autosprint sono arrivate numerose proposte simili dai lettori. In occasione del ritorno ai titoli mondiali particolarmente, ma che diventarono numerosissime un anno fa, quando Enzo Ferrari compì il suo ottantesimo anno."

Nella pagina si spiega che furono diversi i politici e segretari di partito a muoversi in occasione delle elezioni quando era necessario avere nomi importanti per il parlamento europeo. Ma il Commendatore declinò la proposta. Nel 1979, con la vittoria del mondiale piloti da parte di Jody Scheckter e del titolo costruttori della Ferrari, Autosprint decise di riproporre l'idea, stavolta promossa da Beppe Berti, al tempo responsabile del programma sportivo del TG2 e la rivista non si fece attendere.

"[...] riprenderemo l'idea, decisi a farla maturare e a sostenerla nell'unico modo che crediamo possibile: dandole l'immagine di un referendum popolare, non certo ortodosso, di quelli con tutti i crismi delle leggi elettorali ma sempre importante come movimento d'opinione.

Eccoci dunque, ancora per una volta, qui a chiedere ai nostri lettori e ai loro amici un appoggio per questa iniziativa. Crediamo che nel nostro mondo da corsa siamo tutti d'accordo che Enzo Ferrari merita come pochi il laticlavio elettorale, un riconoscimento di Stato ai suoi meriti per come ha portato al rispetto nel mondo il nome dell'Italia.

Soci dei club Ferrari, sportivi qualsiasi, ragazzi e anziani, donne, tutti voi potete contribuire con noi a dire al nostro Cittadino più importante, quell'ones'uomo di Sandro Pertini, che appena un mese fa sanò un riconoscimento di cavalierato a Ferrari [...] Spedite il vostro voto, come vi indichiamo sotto, direttamente al Presidente della Repubblica.

La scheda che trovate in questo numero la riprodurremo anche nei prossimi. Per diffonderle di più FOTOCOPIATELE pure; noi ne faremo stampare anche altre che distribuiremo in tutti i modi, o se vorrete richiedercele per farle firmare e inviare anche più d'una insieme, da parte di vostri amici ve le faremo avere. Le distribuiremo nei prossimi giorni anche ai nostri corrispondenti e distributori della rivista in tutta Italia. AUTOSPRINT desidera che diventi un plebiscito di entusiasmo, che sia un referendum che sgorghi dal cuore non dai giochi politici. VOTATE E FATE VOTARE PER ENZO FERRARI SENATORE DELLA PASSIONE PIù GIOVANE E POPOLARE!"

Così, 10 anni prima della scomparsa del Commendatore, Autosprint dimostrava l'ammirazione che provava nei confronti di un uomo che aveva portato in alto il nome del nostro paese nel mondo e che aveva alimentato la scintilla della passione per le corse automoblistiche nel nostro Paese.

Nei numeri successivi, i giornalisti continuarono ad incitare i lettori ad inviare la catolina ritagliabile dalla rivista:" Mi rivolgo a voi a nome di tutti gli sportivi amanti dell'agonismo puro, quelli che all'autodromo ci vanno non per fare numero ma per dividere insieme ai piloti o ai responsabili gioie e fatiche, coloro che sanno lo spasimo versato nei momenti non felici. La continua incessante ricerca del cavallo in più, o la maggior aderenza al suolo possibile.

Ecco, a queste persone e in nome di queste persone chiediamo la vostra collaborazione. [...]"

Quell'iniziativa promossa da Autosprint non fu solo una campagna giornalistica, ma un’ondata di riconoscenza popolare verso un uomo che aveva incarnato l’ingegno, la tenacia e l’orgoglio dell’Italia nel mondo. Enzo Ferrari non cercò mai titoli né onori politici, rimanendo fedele al suo stile  schivo e concreto, ma l’entusiasmo con cui migliaia di lettori risposero a quell’appello dimostrò quanto profondo fosse il legame tra il Drake e il suo Paese. Anche senza mai varcare le soglie del Senato, Ferrari aveva già conquistato ciò che conta di più: il rispetto istituzionale, l’ammirazione della gente comune e un posto incancellabile nella storia italiana.

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