Daniel Ricciardo ha lasciato la Formula 1 con la stessa eleganza con cui vi è entrato: col sorriso sulle labbra e un casco tra le mani. Dopo anni di alti e bassi, Singapore 2024 ha scritto l’ultimo capitolo della sua carriera nella massima serie. Non per scelta sua, ma per volontà dei vertici Red Bull, ormai insoddisfatti di un Ricciardo che non era più lo stesso “Honey Badger” feroce degli anni migliori.

Formula 1

Norris, Piastri e Verstappen: la lotta che va oltre la guida

Nessuno come Ricciardo

Eppure, il Daniel degli ultimi giri non ha perso classe. Nell’ultima corsa della sua carriera, ha strappato il giro veloce a Lando Norris per difendere il vantaggio iridato di Max Verstappen, mostrando ancora una volta quanto sia profondo il suo senso di squadra. Un addio da vero gentleman. Ma il gesto più simbolico è arrivato fuori dalla pista: lo scambio di caschi con Oscar Piastri. Un passaggio di testimone tra due generazioni di piloti australiani. Piastri, lo stesso giovane che due anni prima gli aveva soffiato il sedile in McLaren, ha ricevuto in dono un casco accompagnato da una dedica che sa di incoraggiamento e di affetto: "Oscar, continua a volare amico, fai il tuo dovere. A tante altre vittorie."

Piastri inarrestabile

Nessuna tensione, solo rispetto e solidarietà. Ricciardo ha dimostrato che si può dire addio senza rancore. Quel casco è diventato un simbolo. E forse anche un talismano. Ricciardo, tornato a parlare dell’episodio, ha raccontato: “Ci siamo scambiati i caschi a Singapore. Da allora, è stato inarrestabile. C'è qualcosa in quel casco. Io l'ho sentito, e ora ce l'ha lui. Non sto dicendo che sia magia. Anzi, in realtà lo sto dicendo. Oscar ha quel casco e riesce a trovare tempi in settori dove nessun altro ci riesce." Una dichiarazione carica di ammirazione per il giovane connazionale. Oscar Piastri arriva a Miami da leader del mondiale, al volante della monoposto più competitiva della griglia, la stessa che, un tempo, portava il numero 3.

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